Io credo che per migliorare in fotografia ci sia bisogno di pratica e osservazione.
Bisogna osservare non solo quello che fanno gli altri, ad esempio attraverso lo studio delle opere dei grandi fotografi.
Ma osservare anche le proprie fotografie con spirito critico e interrogarsi su come mai siano venute proprio in quel modo….
Scattare continuamente foto, a qualsiasi cosa, anche ai piatti al ristorante (ti ricorda qualcosa?) e poi non farsi alcun tipo di domanda, non porta miglioramento.
Anche lo studio della tecnica fotografica, senza una parte pratica seguita da un’analisi critica, è non solo inutile, ma anche dannoso.
Dannoso alla tua motivazione perché non ripaga i tuoi sforzi e non alimenta la tua volontà con dei risultati concreti.
In questo post analizzeremo quali sono gli effetti sull’esposizione di apertura del diaframma, tempo di esposizione e valore di sensibilità ISO. Non solo : andremo a vedere anche come influenzano effetti secondari come profondità di campo, dinamica dei soggetti e grana della fotografia.
E lo faremo attraverso un metodo che parte dalla pratica e prevede degli step di osservazione e critica delle tue fotografie
Così inizierai a fare fotografie in modo più consapevole rispetto alla maggior parte delle persone. Che è sempre un buon inizio per arrivare all’eccellenza.
Sei pronto ? si comincia…
Cosa succede quando regolo la macchina fotografica?
Per capire cosa accade quando regolo una macchina fotografica, cerchiamo di capire come funziona una macchina fotografica.
Questo schema è generico e vale sia che tu abbia una macchina a pellicola che una digitale, sia che tu abbia una reflex o che tu utilizzi uno smartphone.
Quello che accade all’interno di un apparecchio fotografico è questo :
Una determinata quantità di luce, passa attraverso una lente e impressiona una superficie fotosensibile per un determinato intervallo di tempo.
Questo vale da sempre e per ogni macchina fotografica.
Dato un obiettivo, ecco quali sono le 3 regolazioni possibili:
- apertura del diaframma : altro non è che un sistema che consente di cambiare il diametro del foro attraverso cui passa la luce. Fa variare la quantità di luce.
- sensibilità ISO : rappresenta la capacità del sensore o della pellicola a rimanere impressionata a parità di luce ricevuta. Fa variare la sensibilità alla luce del sensore.
- tempo di esposizione : è il tempo in cui rimane aperto l’otturatore della macchina fotografica che devi immaginarti come una tendina che si apre e si chiude lasciando passare la luce che arriva dall’apertura creata dal diaframma. Varia l’intervallo di tempo per cui viene impressionata la superficie fotosensibile.
Questo è il funzionamento.
Viene spontanea una domanda : qual è l’effetto sulla fotografia finale al variare di queste regolazioni?
Il nostro amico dell’infografica qui sopra si è fatto la domanda ed ha notato che tutte e tre le regolazioni, come effetto comune, agiscono sulla luce della fotografia finale.
Questo è il motivo per cui si parla di triangolo dell’esposizione : apertura del diaframma, tempo di esposizione e ISO concorrono a determinare la quantità di luce che attraversa il sistema ottico e “che resta” sulla fotografia.
Ma c’è dell’altro. Ognuna delle regolazioni porta con se anche un altro effetto che definiremo secondario:
- l’apertura del diaframma agisce sulla profondità di campo;
- il tempo di esposizione agisce sulla dinamica dei soggetti;
- il valore di sensibilità ISO agisce sulla grana della fotografia.
Ma visto che lo abbiamo definito triangolo, rappresentiamo questi legami in modo schematico proprio utilizzando questa figura geometrica :
Apertura del diaframma, tempo di esposizione e ISO : come capire in modo pratico il loro legame con gli effetti sulla fotografia.
Ai tempi del liceo avevo seguito un corso di fotografia (c’era ancora la pellicola, per intenderci…) e, tra i vari argomenti, mi avevano spiegato anche il triangolo dell’esposizione.
Era un corso molto tradizionale che prevedeva circa l’ 80% del tempo totale da dedicare allo studio della teoria e il restante 20% da utilizzare per la messa in pratica delle cose imparate in aula.
Il legame tra le regolazioni e la luce e i tre effetti secondari ci vennero anticipati nella parte teorica.
Ad esempio, sapevo già cosa aspettarmi all’aumentare del tempo di esposizione, cioè se la luce aumentava o diminuiva e quale fosse l’effetto sulla dinamica dei soggetti. Stessa cosa per la regolazione dell’apertura del diaframma : all’aumentare dei valori di apertura sapevo se aspettarmi più o meno luce e più o meno profondità di campo.
Peccato che quando si trattò di mettere in pratica quello che avevo imparato, molto semplicemente, non ricordavo più nulla…
Quando sei alle prese con l’inquadratura, sei distratto da tante cose tra cui le stesse regolazioni. Soprattutto agli inizi devi capire quali sono i pulsanti da schiacciare o le voci di menu da modificare, magari sei in ansia perché non vuoi farti scappare una particolare scena, ecc.
Ho pensato allora di non farti trovare nelle stesse condizioni ma di fare in modo che tu possa ricordare con più facilità il legame tra gli effetti e le 3 regolazioni fondamentali della macchina fotografica.
Come? Attraverso un metodo per fare esercizi.
Il triangolo dell’esposizione : il metodo pratico
Quello che fa una macchina fotografica quando è regolata completamente in automatico è di decidere i 3 valori di tempo di esposizione, apertura del diaframma e sensibilità ISO in modo che la luminosità della scena (esposizione) sia pressoché corretta.
Durante questa scelta (che, non dimenticare mai, la macchina opera al posto tuo…) gli effetti secondari non vengono presi in considerazione.
Può capitare quindi che i valori scelti siano efficaci dal punto di vista della luce ma che, ad esempio, diano alla foto una profondità di campo che non è quella che volevi tu.
Il metodo che è rappresentato nello schema appena visto sopra ti porterà due vantaggi :
- ti farà capire il legame che esiste tra le regolazioni della macchina fotografica e gli effetti primari e secondari sulla foto;
- ti restituirà quel controllo sugli effetti secondari che troppo spesso dimentichiamo di avere perché lasciamo che sia la macchina fotografica a decidere per noi.
Quest’ultimo aspetto è stato approfondito anche in un post in cui parlavamo dei metodi per insegnare e capire la fotografia.
Sono 3 le fasi caratteristiche del metodo :
- Scegli cosa controllare : decidi un effetto secondario e la regolazione corrispondente aiutandoti con lo schema a triangolo visto prima;
- Scatta diverse foto variando la regolazione trovata prima : il tuo punto di riferimento sarà la prima foto scattata in automatico;
- Osserva per ogni foto come cambiano la luce (effetto primario) e il tuo effetto secondario. Questa è la fase più importante in cui imparerai davvero quello che stai sperimentando. Le regole che avresti dovuto imparare a memoria le farai tue inconsciamente. Non a caso nello schema circolare appena visto, sono lì nel mezzo a regolare il tutto.
Adesso entriamo un pò più nello specifico e chiediamoci se davvero questo sistema è utile al nostro miglioramento.
Il triangolo dell’esposizione – metodo pratico : sto davvero migliorando?
Non so se hai mai sentito parlare di pratica deliberata.
Si tratta di un particolare tipo di pratica che può essere applicata a qualsiasi disciplina, che garantisce risultati concreti in termini di miglioramento.
I concetti su cui si basa sono molto semplici.
L’attività a cui ci si dedica deve presentare determinate caratteristiche per poter portare dei miglioramenti concreti, in particolare :
- deve avere degli obiettivi e questi devono essere raggiungibili e ben definiti. Nel nostro caso non scatteremo foto in modo casuale ma con il preciso obiettivo di riuscire a controllare uno dei nostri effetti secondari. Obiettivo circoscritto e preciso.
- deve avere un feedback rapido dell’attività che si sta svolgendo. Questo è anche di grande aiuto per tenere alta la motivazione. E se il nostro obiettivo è capire se abbiamo o meno raggiunto l’effetto che volevamo ottenere sulla foto, niente di più immediato di poter vedere subito come è venuta la foto. Questo è uno dei grandi vantaggi portati dal digitale, che trova la sua migliore applicazione proprio nella fase di apprendimento della fotografia. Immaginare di utilizzare il nostro metodo nella fotografia in pellicola è molto difficile.
- ripetizione con osservazione e perfezionamento. E’ forse l’aspetto che più di tutti garantisce il miglioramento. Come detto all’inizio, fare tantissime foto non serve a nulla se non ci interroghiamo sui risultati ottenuti. Il metodo che vogliamo applicare per capire le tre regolazioni del triangolo dell’esposizione presuppone che dopo ogni ripetizione si osservi l’effetto ottenuto sulla luce e sull’effetto secondario che stiamo osservando;
- concentrazione ed impegno totali. E’ vero : queste dipendono da te. Ma sarà lo stesso metodo, coi tre aspetti che abbiamo appena visto, a garantirti quella motivazione utile alla tua concentrazione per fare in modo che l’impegno per quello che stai facendo venga naturale.
Nell’infografica sopra ho voluto rappresentare il miglioramento come uno spostamento verso l’alto fatto ad ogni ciclo dal nostro cerchio controlla – scatta – osserva.
L’osservazione rappresenta il consolidamento dei risultati raggiunti, senza di essa i nostri cerchi rotolerebbero verso il basso : è quello che accade a fotografie scattate senza la messa in discussione dei risultati ottenuti.
Prima ti ho parlato di quel corso di fotografia che ho seguito al tempo del liceo e di come avessi trovato poco utile imparare a memoria la corrispondenza tra regolazione ed effetti e di come sia più utile (e aggiungo, anche più divertente…) capire quelle dipendenze attraverso una pratica mirata all’apprendimento.
Imparerai quindi nella parte pratica le dipendenze tra regolazione ed effetti. Prima credo sia però necessaria una definizione di quelli che sono gli effetti che andremo a controllare : alcuni le troveranno banali e scontate ma potranno servire quantomeno a riportare l’attenzione su quello di cui ci andremo ad occupare.
Ho preparato per ognuna delle 3 regolazioni uno schema tipico che rappresenterà per te una guida passo passo per fare gli esercizi. Ci sono anche degli esempi di applicazione.
Non potevo inserire tutto in questo articolo (che sarebbe diventato enorme…) ma ho realizzato tre post distinti di cui ti lascerò i link nei prossimi paragrafi in cui ti descriverò i tre effetti secondari del triangolo dell’esposizione.
Il triangolo dell’esposizione : l’effetto primario sulla luce
Una foto ben esposta presenta tutte le sue zone correttamente illuminate in relazione a quella che è la scena da rappresentare.
In teoria anche nelle zone più in ombra o più illuminate devono essere presenti informazioni : le zone più illuminate non devono essere bruciate, cioè diventare completamente bianche, e quelle in ombra non devono essere completamente nere.
Questo dice la teoria ma anche in questo caso la creatività del fotografo deve poter arrivare ad utilizzare con consapevolezza questi fattori. Non è escluso, ad esempio, che una foto presenti volontariamente una parte completamente nera ed essere considerata una foto corretta.
Come esempio prendiamo questa foto :
Non a caso come esempio ho scelto una foto che presenta sia zone in ombra che zone ben illuminate . Come puoi notare in questo caso nelle zone più scure, il fogliame dell’albero e le zone ai suoi piedi, presentano dei dettagli .
Anche la parte illuminata sullo sfondo è bene definita.
Questa è la versione sottoesposta della foto precedente : a pagare la sottoesposizione, a parte la resa generale della fotografia, sono soprattutto le zone meno illuminate che questa volta sono diventate nere.
Questa versione della foto precedente risulta invece sovraesposta : completamente bruciato e bianco lo sfondo, le parti che prima erano in ombra ora sono molto più definite. Ma esporre correttamente è proprio un gioco di equilibri da trovare.
E per trovare questo equilibrio abbiamo tre fattori su cui possiamo agire : apertura del diaframma, tempo di esposizione e sensibilità ISO.
E in questa operazione che definirei “di dosaggio” c’è da tener conto anche dei tre effetti secondari che abbiamo visto prima e che approfondiremo nel prossimo paragrafo.
Ma prima volevo farti notare che tuto quello che stiamo dicendo vale come norma di massima. La foto che abbiamo appena visto nelle tre versioni : esposizione corretta, sottoesposta e sovraesposta era stata già utilizzata come esempio nel post sulla fotografia in bianco e nero.
In quell’articolo vengono fatte considerazioni varie di composizione applicata alla fotografia in bianco e nero e siamo arrivati a dire che la versione fortemente contrastata di questa fotografia, nella sua versione in bianco e nero, poteva essere considerata corretta. O quanto meno non sottoesposta.
Eccola qui : eppure presenta delle zone completamente nere…
Quindi? Tutte le regole che imparerai ti serviranno a capire quali sono i rapporti tra regolazioni ed effetti per fare in modo di avere controllo su quello che fai ed aumentare i tuoi strumenti espressivi.
Non sono da seguire per forza, ma sono fondamentali da conoscere per poter padroneggiare la tua macchina fotografica e, soprattutto, per riacquisire quel controllo che gli automatismi sempre più spinti delle macchine fotografiche moderne ci stanno togliendo.
Il triangolo dell’esposizione : profondità di campo, dinamica dei soggetti e grana della fotografia
Profondità di campo
La profondità di campo di una fotografia rappresenta la zona della fotografia che possiamo considerare nitida e a fuoco.
Una foto con un’elevata profondità di campo è quella in cui tutto è a fuoco, sia i soggetti vicini che quelli lontani dall’obiettivo. La foto che segue presenta un’elevata profondità di campo perché risultano nitide sia le foglie viola in primo piano che gli alberi sullo sfondo.
Al contrario, una foto con bassa profondità di campo presenta solo una zona nitida e le altre fuori fuoco. Nella foto che segue è solo lo scoiattolo a risultare a fuoco :
Dal punto di vista compositivo, spesso si usa tenere a fuoco il soggetto a cui si vuole dare forza andando a sfocare lo sfondo.
Come promesso, ecco il link all’articolo in cui c’è lo schema di dettaglio degli esercizi e gli esempi pratici di applicazione del metodo per capire il legame tra diaframma e profondità di campo (clicca qui).
La dinamica dei soggetti
E’ possibile controllare questo effetto solo nel caso di fotografie in cui siano presenti soggetti in movimento.
Si può scegliere di far venire fissi o mossi i soggetti nella fotografia finale. I soggetti mossi di solito sono seguiti da una scia.
Non è un errore far venire i soggetti mossi in una fotografia ma può essere una scelta consapevole del fotografo.
La variazione del tempo di esposizione permette di controllare questo effetto e definisce il tempo in cui rimane aperto l’otturatore della macchina fotografica. Negli smartphone invece rappresenta il tempo in cui rimane acceso il sensore.
La parte pratica e gli esercizi relativi al tempo di esposizione sono contenuti come esempio all’interno dell’articolo sui possibili modi di insegnare la fotografia.
La grana della fotografia
Fotografie scattate con valori diversi di sensibilità ISO presentano come effetto secondario una diversa grana della fotografia. La grana si potrebbe definire un po’ come la definizione di una fotografia.
Vediamo due esempi tratti dal post dedicato a questo aspetto :
Ecco per ultimo anche il link dove puoi trovare gli esercizi per imparare a controllare gli ISO.
Conclusioni
Vediamo di ricapitolare gli argomenti che abbiamo trattato.
Abbiamo visto :
- il funzionamento di una macchina fotografica;
- su cosa agiscono l’apertura del diaframma, il tempo di esposizione e il valore di sensibilità ISO;
- quali sono gli effetti secondari : profondità di campo, dinamica dei soggetti e grana della fotografia;
- i motivi per cui il nostro metodo pratico può portare davvero al miglioramento;
- gli articoli a cui fare riferimento per fare pratica ed esercitarti.
Mi piacerebbe che il metodo applicato per imparare il triangolo dell’esposizione diventasse il tuo approccio tipico a qualsiasi cosa ti possa interessare approfondire. Solo così avrai la possibilità di migliorare e aumentare la tua passione verso la fotografia.
Da quale dei tre articoli che ti ho segnalato sopra inizierai il tuo percorso di miglioramento?
Sto cercando di imparare la Funzione M leggendo un po’ di articoli per farmiun idea ho tovato di grande aiuto L’esposimetro…certamente ancora ho molto da imparare…cmq grazie per gli articoli
Grazie a te Filippo!
Se stai cercando di imparare la funzione M troverai grandi spunti nella lettura del nostro manuale di tecnica di base. È gratuito e lo puoi scaricare dal link che trovi in questo articolo o nella homepage.